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  1. Chiuso in casa/

Chiuso in casa - Episodio #6

··4 minuti

Eccoci qua, in puntuale ritardo.
Non sapevo che canzone condividere, così ho chiesto al forno… Non lo avessi mai fatto! Si è scaldato subito e non mi parla più da ore.

Canzone del giorno #

Cos’è che è più anni ottanta degli anni ottanta?
Come dite? Stranger Things?
Vero, non ci avevo pensato, in fondo io vi dovevo condividere una canzone:

The logical song, Supertramp

Lo so, è del 1979, quindi tecnicamente non sono gli anni ottanta, ma voi non fate i pignoli.

Citazione del giorno #

Oggi faccio le cose a rovescio: prima la citazione che sarà l’introduzione al resto del mio piccolo trattato di storia. Ma prima di partire io vi avverto: se siete deboli di cuore, di stomaco, o di entrambi, lasciate perdere. Questa è una storia sono solo per veri duri.

Procediamo quindi con La breve storia dell’ubriachezza; ieri abbiamo visto i Sumeri oggi vedremo gli Egizi!

Gli antichi egizi erano una combriccola spassosa. Spendevamo meno per i loro palazzi che per le loro tombe; credevano che il mondo avesse avuto origine dall’atto sessuale di un dio solitario e da un po’ di roba che gli era accidentalmente finita in bocca; e pensavano che la birra avesse salvato il genere umano.

Say what?!

What the hell

Non preoccupatevi: ha tutto perfettamente senso.
A parte la prima metà della citazione. E anche la seconda.

Proviamo almeno a dare un senso alla birra.

Il mito vole che l’umanità parlasse male del dio Ra, che infuriatosi mandò sulla Terra la dea Hator per sistemare la faccenda. La dea in questione, e qui cito letteralmente il libro, “aveva la testa di leone e il temperamento di un cane shih tzu”.
La dea cominciò quindi a trucidare tutti quanti e la cosa prese una brutta piega, perciò Ra, che nel frattempo aveva cambiato idea, dovette ricorrere a un barbatrucco per riuscire a placarla: preparò 7000 barili di birra che fece tingere di rosso e li versò sui campi. A quel punto Hator scambiò la birra per sangue e fece una gran bella sbronza.
Quando si risvegliò, aveva dimenticato la sua missione originale.

…senza parole…

Quindi, immaginate di essere degli egiziani vissuti qualche migliaio di anni fa, e di dover festeggiare in qualche modo questo straordinario avvenimento. Come lo fate? Bevendo, ovviamente.

Si cominciava al tramonto: i fedeli si riunivano tutti belli lustri e profumati, e aspettavano l’arrivo della chiatta cerimoniale. A quel punto facevano un po’ di rumore con i tamburi e partiva una sorta di rappresentazione della storia della dea Hator. Seguiva poi la percussione delle palle (no, non quelle): il faraone faceva una cosa che ricordava molto il golf, con queste sfere di terracotta. Poi, signori e signore, cominciava il vero festone.

Venivano distribuiti fiumi di birra e vino. E giusto qualche snack per non appesantire troppo lo stomaco… l’idea di fondo è che si dovevano ubriacare di brutto. Poi quando erano tutti marci, il sacerdote ordinava loro di fare del sano bunga bunga. Sì, avete capito bene: un’orgia da Guinnes World Record, per di più ricorrente!

Succedeva che molte donne rimanessero incinte, ma per loro era un vanto. Bisognava quindi trovare un nome appropriato a un pargolo di così straordinaria origine, ma si sa, con la bocca impastata è difficile pronunciare bene il nome in ufficio anagrafe… esistono quindi individui che rispondono al pronunciabilissimo nome di Kenherkhepeshef1

Ma torniamo a noi: la cerimonia non era ancora finita del tutto, se non avevi vomitato l’anima2. Notare che la cosa poteva avvenire prima, durante o dopo l’atto sessuale. Insomma, una declinazione piuttosto originale del famoso detto “l’importante è schizzare”.

A questo punto, tutti si concedevano un bel pisolino ed entravano in azione i pochi rimasti sobri, che dovevano portare la statua della dea in un’altra stanza e, ai primi bagliori dell’alba, dovevano svegliare tutti quanti A SUON DI TAMBURI.
A quanto pare oltre che a essere moooolto disinibiti, erano anche dei sadici.

Anche per oggi è tutto! A domani 😉.

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  1. Leggere imitando un ubriaco. ↩︎

  2. Sembra che ai felici possessori di stomaci particolarmente resistenti, venissero aggiunte delle erbe per facilitare il rigurgito. Non sia mai che uno non vomiti alla festa, non sarebbe buona educazione! ↩︎